Metodologie didattiche attive, perché sono importanti?

Nell’attuale contesto educativo e formativo, la focalizzazione su metodi didattici attivi si è dimostrato centrale. Tutto questo sistema, negli ultimi anni, ha visto un significativo cambio di paradigma spostando l’asse dall’insegnamento verso l’apprendimento.

Per garantire che l’allievo non si limiti ad acquisire conoscenze, ma sviluppi soprattutto ABILITÀ e COMPETENZE, inclusa quella fondamentale di “IMPARARE A IMPARARE” è necessario adottare strategie e metodologie didattiche mirate a valorizzare il potenziale di apprendimento di ciascuno e a promuoverne l’autonomia.

Le pratiche educative che fanno riferimento alle metodologie didattiche attive, si sono dimostrate fondamentali a formare individui capaci di inserirsi in maniera efficace sia nel sistema sociale che nel contesto lavorativo attuali.

L’evoluzione

Il sistema formativo “tradizionale” aveva come focus la trasmissione della conoscenza dove la classica lezione frontale vedeva l’insegnante trasmettere e l’allievo ricevere le informazioni.

Ora le metodologie didattiche attive rovesciano i presupposti perché si basano su un approccio di tipo partecipativo dove al centro c’è l’allievo. Questo cambiamento di paradigma mette in luce la necessità di attivare modalità più personalizzate e adattive, in grado di accompagnare i destinatari ad affrontare i cambiamenti della società e del mercato del lavoro. Cambiamenti che sono sempre più frequenti e sempre più veloci.

Le tecniche

Quando si parla di metodologie didattiche attive comprendiamo un ventaglio variegato di tecniche che però convergono tutte nell’obiettivo di rendere il processo di apprendimento coinvolgente, interattivo ma soprattutto efficace.

L’allievo è al centro del processo e ne è protagonista assoluto perché partecipa attivamente, mentre l’insegnante/formatore assume il ruolo di facilitatore. Ne consegue un apprendimento più efficace, significativo e duraturo.

L’apprendimento significativo (cioè, carico di significati) si contrappone quindi a quello tipicamente mnemonico e decisamente passivo.

È facile intuire quanto una metodologia attiva possa scatenare emozioni, motivazioni ed interessi nella testa e nell’animo di chi apprende.

Gli studi

Carl Rogers – psicologo statunitense e fondatore della psicoterapia centrata sulla personacosì diceva a proposito dell’apprendimento:

“Quando in una scuola si sviluppa un sistema di istruzione centrato sulla persona, in un clima favorevole alla crescita, l’apprendimento è più profondo, procede più rapidamente e si estende nella vita e nel comportamento dello studente più di quanto faccia l’istruzione acquisita nella classe tradizionale. Ciò avviene perché la direzione è autoscelta, l’istruzione è autoistituita e nel processo è investita l’intera persona, con sentimenti e passioni al pari dell’intelletto. L’apprendimento scolastico, come tutto il processo educativo, può arricchirsi e diventare “significativo” solo se viene investita l’intera personalità dello studente, in costante interazione con la personalità dell’insegnante e degli altri studenti.”

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